Anita Leva

 

Nella storia di un artista esistono tappe che appaiono determinanti e necessarie. La vita di un uomo è semplicissima, ma la vita di un artista può diventare molto complessa se le sue opere non sono semplicemente “prodotti” di quella vita, che anzi sono essi a produrla nella sua realtà più profonda. Una tappa importante per la pittrice Anna Leva, in arte Anita, è rappresentata dalla mostra permanente che si può visitare a Colli a Volturno, in Corso Regina Elena. Nella sua personale sono esposti i suoi capolavori, in maggioranza oli su tela, che evidenziano il disagio esistenziale dell'artista-poeta, perchè guardare le sue opere è come leggere l'intensità poetica della sua arte”

 

di Franco Visco.

 

Anna Leva è nata nel 1949 a Colli a Volturno; la sua vita è stata fin dall'adoloescenza scandita da episodi travagliati.

Solo in età matura ha scoperto di avere nascosto dentro di se il dono della pittura, pur non avendo studiato quest'arte, e tuttavia riuscendo a dare ai suoi dipinti la giusta tonalità di colori e riesce ad esprimere con le scelte dei soggetti tutto ciò che il suo carattere introverso la costringe a portarsi dentro.

La vita non le ha dato molte soddisfazioni, ma la pittura sta ripagando a tutto questo. Quando dipinge è completamente trasportata in un altro mondo: un mondo di colori, di sfumature e di espressioni, sempre alla ricerca di nuovi soggetti da immortalare sulla tela, dedicherà il suo futuro alla pittura.

La varietà di soggetti dipinti da Anita sottolinea la sua carica espressiva, carica dipinta da chi ha molto visto e molto, in se, conservato.

La sua arte è a ben dire “una concentrazione dell'azione”: l'artista rappresenta quello che vive in lei e si agita nelle forme e nelle apparenze. Per Anita la pittura è passione e tormento, ricerca inesauribile della forma fino alla più alta sintesi.


 

Quello che più colpisce in quest'artista è la grande forza emotiva, l'aver riportato emotività nell'arte. La sua è una conoscenza intima, è un leggersi dentro, con la conseguente facoltà di riflettere l'oggetto dell'intuizione sensibile da ritrarre e comporre.

Anita ha partecipato a molte mostre personali e collettive in numerose città italiane, conseguendo un gran numero di premi oltre che unanimi consensi di critica.

 


 


 


 

 

 


 

 

Info: Anna Leva - (Via Cerreto - 86073 Colli a Volturno - ISERNIA - Italy) - tel. 39 (0) 865 955171

 



 



 



 

Ciro Lucariello

 

INCONTRO - olio 50x70

 


 

 

LUCARIELLO PITTORE DELLA REALTÀ MERIDIONALE

Pittore di una realtà tutta meridionale, Lucariello spazia nel campo dell’arte con disinvoltura dal paesaggio alla figura alla natura morta, compiacendosi in ogni sua realtà con seria partecipazione ed immedesimandosi sicuro in ogni soggetto intrapreso. Le nature morte sono ricche di uno stato d’animo consapevole del gioco delle luci e delle ombre che riempie di colore le brocche, le tende, i frutti, le tavole luminose dove gli oggetti rotondeggianti posano sicuri nella loro equilibrata composizione e dove le mele sono veramente lumeggiate come la tradizione partenopea insegna e dove le ombre si proiettano come immagini rarefatte su sfondi animati da ondeggianti brezze. II paesaggio collinare, di pretto taglio campano, è sempre arroccato su belle colline e luminoso della luce soffusa del tramonto.Nelle marine i gabbiani volano sicuri e sereni e sembrano giocare tra le onde schiumose e le nubi del cielo, messaggeri di pace e di serenità.

Quiete che si rispecchia senza pentimenti nella rappresentazione delle sue barche, sia che si trovino in un porto tranquillo che ferme in attesa di una buona pesca sullo sfondo del Vesuvio spento. La sua visione poetica, confortata da una tavolozza appropriata ad ogni forma e ad ogni immagine, rispecchia il suo animo sereno e contemplativo, fedeltà espressiva che ha nella figura una sicura realizzazione. E', quella di Lucariello, una realtà contemplativa simboleggiata spesso dai morbidi nudi adagiati o affacciati sugli arenili, dalle figure pastellate con disinvoltura, da profili di giovinette e di ragazzi, veri momenti di costume e di fedeltà ritratti con segno preciso e incisivo. E’ certamente Ciro Lucariello uno dei pittori fedeli a questa realtà amata e sentita sinceramente e che è sempre fonte di ispirata contemplazione.

 

Paolo Zauli - Vice Presidente dell'Associazione dei Critici e Collaboratori della Stampa Artistica - Perito d'Arte del Tribunale di Bologna.


 


 

FRUTTA - pastello 40x50

 


 

 


 

NOSTALGICHE BARCHE - olio su tela, 40x50, 1997.

Ciro Lucariello - Pittore del vivere quotidiano

... Nel 1965-66 ha iniziato ad esprimersi con olio su tela,dove il colore ben dosato, il disegno ben delimitato, la prospettiva bene intuita davano vita ad equilibrate e piacevoli nature morte. Successivamente intorno al 1970-71 il colore diventa più corposo, la tecnica si perfeziona,la personalità esplode più prepotente fra calori più irreali ed energici colpi di spatola. La spatola lo soddisfa ed egli in questo momento esprime se stesso e ci si manifesta vigoroso e scattante con tratti rapidi e decisi, maturo e sereno con colori caldi e ben fusi. E’ il periodo delle marine, dei grandi spazi, dei cieli aperti sentiti con genuinità e schiettamente espressi. Da questo momento i soggetti si moltiplicano, egli è completamente aperto al mondo che guarda con occhi avidi e ritrae realisticamente in ogni sua forma. Dolci e delicati i fiori, freschi di vita anche se recisi, in equilibrate e tenui composizioni; ingenui e affascinanti i nudi di adolescenti; invitanti e silenziosi, palpitanti di operosità sebbene inanimati i paesaggi montani; intimi e sereni, semplici e caldi i vicoli dove stormi di uccelli o animali domestici ci riportano al tranquillo quotidiano vivere di abbarbicati paesetti.

 

Fernanda Conti

DALILA - pastello, 30x35.


 

DOMANI - pastello, 35x50, 1996.

 


 

 

Luogo e data di nascita: Napoli, 10 febbraio 1931.

Indirizzo: Via delle Azzorre 411-A/7, 00121 Roma, tel. 39 (0)6 56337608; Via Regina Elena 26, 86073 Colli a Volturno - IS, tel. 39 (0) 865 957547

Qualifica: Pittore.

Soggetti: Paesaggi, marine.

Tecniche: Olio, pastello.

Mostre: 1981, Bottega del Poeta, Roma; Galleria Leonardo da Vinci, Roma; 1982, Studio Palischermi, Ostia; 1983, Azienda Turismo e Soggiorno, Salerno; Galleria il Punto, Battipaglia; Sala Consiliare, Colli a Volturno; 1984, Galleria Manieri, Roma; 1988-92, Galleria Meeting, Roma; 1990, Galleria Spazio Visivo, Roma; 1992, Galleria Astrolabio, Marino (RM).

 

Critici: Banchi, Bartolini, Conti, Di Ianni, Iozzino, Mercuri, Occhipinti, Pallati, Palitta, Perdicaro, Savini, Scheible, Zauli.

Giudizio critico"La pittura di Ciro Lucariello è ricca di fascino e di aspetti particolari come le sue marine, nelle quali primeggia il gioco dei colori nei riflessi più luminosi. Queste espressioni artistiche si riallacciano allo spirito poetico dell'autore, che le trasfonde sulla tela con sapienti tocchi cromatici. Deduco che nell'arte di Lucariello c'è la presenza della natura e dell'uomo, e l'osservatore guardando i suoi dipinti avverte un sereno sentimento ed un prolungato respiro di libertà". (Fernanda Banchi)

Quotazioni: £ 3.000.000, cm.50x70, olio; £ 1.000.000, cm.50x70, pastello soffice.

 

 

 



 



 



 

Padre Tito Amodei

 

 

 

 

 


 

 

Ferdinando Amodei, in arte Tito, pittore, scultore e incisore. E' nato a Colli a Volturno. Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti a Firenze con Primo Conti; per la grafica con Giuseppe Viviani.

Per la scultura è autodidatta. Inizia ad esporre con sistematicità in Italia e all'estero, anche se con lunghi intervalli, dal 1964. Ha eseguito grandi decorazioni per ambienti pubblici, specialmente chiese (ha eseguito tra l'altro anche il “Monumento ai Caduti” di Colli a Volturno). Ha praticato la grafica in tutte le tecniche, producendo moltissime lastre, che in genere stampa personalmente. Preferisce la forza espressiva dei materiali trattati artigianalmente; per questo il suo studio ha la funzione e l'aspetto della vecchia “bottega” e le sue opere portano tracce vistose del manufatto.

Deposizione - Monumento ai Caduti, 1970, bronzo, cm.235x245x35 (Museo d'Arte sacra Stauròs)

Il grande nudo (veduta dello studio) 1960-1964, olmo cm.200x70x70

Dagli inizi degli anni '70 si è dedicato quasi esclusivamente alla scultura che esegue prevalentemente in legno. Nel 1966 si trasferisce da Firenze a Roma dove vive (Comunità dei Passionisti della Scala Santa) e fonda, nel 1970, Sala 1, centro culturale tra i più attivi della Capitale, che dirige per moltissimo tempo.

 


 

 

L'artista. Da Una resina che odora d'incenso”. Di Costanzo Costantini. “Il Messaggero”, 07-06-1989

 

Ha due grandi passioni: Cristo e la scultura. Usa in prevalenza il legno, maneggia con perizia strumenti e utensili di ogni sorta, specialmente accette, tenaglie, chiodi e martelli, sicché il ricordo della Croce e della Crocifissione è sempre vivo in lui, s'impasta al suo lavoro quotidiano, lo impregna di se. Uno dei suoi temi preferiti e la Deposizione, ma costruisce con le proprie mani crocefissi, tabernacoli, candelabri, mosaici, affreschi, graffiti, vetrate, cancellate, ringhiere, porte, finestre. Esegue da se, a bassa tiratura, litografie, acqueforti, acquetinte, puntesecche, xilografie a colori, serigrafie. Incide anche gioielli. E' un artigiano nel senso arcaico del termine, antico e nello stesso tempo moderno, piu che moderno, in quanto conosce le tecniche piu avanzate, che applica però sempre rifacendosi alla manualità, al mezzo primevo dell'uomo. E' un passionista dell'arte.

Lo studio nel quale lavora, da “operaio” schivo, discreto e silenzioso ma tuttavia al corrente di tutto cio che viene fatto in arte, in Italia e fuori I'Italia, è seducente. Uno studio singolare, se non unico. L'ha ricavato dai vecchi magazzini del convento dei passionisti alla Scala Santa, il celebre Santuario della Passione nel quale si conserva la preziosa cappella palatina dei papi e si venera la vetusta immagine del Ss. Salvatore. Vi costruisce le sue sculture con la pazienza, la devozione e 1'amore con cui i pellegrini salgono in ginocchio la Scala Santa. Vi spira un'aria insolita, come estranea al paesaggio urbano che lo circonda, un'aria da “bottega”, sacra e profana. Vi si respira 1'odore resinoso del legno appena tagliato o appena lavorato. “Uso in prevalenza il legno per una mia scelta precisa”, dice Tito Amodei. “Il legno è una materia così calda, così umana. Lavorato con 1'accetta, entra dirompente nello spirito prima ancora che si profili o ne emerga 1'immagine. Fa lo stesso effetto della terra arata”.

TITO - Le grandi sculture

 

Autoritratto in nero 1963, olio su carta cm50x75

 

Nello studio si allineano, in sintesi, i lavori che hanno segnato il laborioso cammino dell'artista, prima e dopo che dalla pittura passasse alla scultura, e vi si dedicasse pienamente, con le sole sue forze, senza scuole e senza maestri: La grande scultura, Il grande nudo in torsione, la Deposizione, L'albero nuovo, Il nudo, Il melo, Il sole e l'uccello nel cespuglio, La grande finestra, il Paesaggio urbano. Andre Masson diceva che la scelta della materia e una scelta di stile; ma nel nostro caso già i titoli delle opere sono una scelta di stile, in quanto designano un universo ancorato alla realta umana, a portata e misura dell'uomo, nel quale si avverte qualcosa di francescano. Tutt'intorno, sulle pareti, le tele degli anni Cinquanta-Sessanta: la prima, quella con la quale nel '58 esordi, e un omaggio a Marino Marini, chiaro sintomo che 1'artista, piu e oltre che verso la pittura, era orientato verso la scultura; due tele del 1963, ossia un autoritratto con mensa dai piani ribaltati in cui gli elementi hanno un rilievo scultoreo dei fichi d'india in cui il segno acquista una levità quasi astratta; un paesaggio del 1964, 1'anno in cui 1'artista abbandona la pittura per la scultura, e gli orditi grafici che, come nota Mirella Bentivoglio, fanno pensare ad onde sonore, conferendo all'ambiente come una musica senza suono, silenziosa, impercettibile.

Nato nel 1926 a Colli al Volturno, Tito Amodei è un artista nel quale la vocazione all'arte si sposa alla vocazione religiosa, in un connubio singolare. Verso i quindici anni entra nel collegio dei passionisti e compie gli studi medi fra Nettuno e Firenze, dopodiche intraprende gli studi teologici nel convento di Tavarnuzze a Firenze e nel convento di San Giovanni e Paolo a Roma. Ordinato sacerdote a Roma nel '53, rientra a Firenze per dare inizio alla missione apostolica. Ma oltre che alla predicazione, secondo 1'insegnamento del fondatore dell'Ordine San Paolo della Croce, si dedica anche all'arte. Si iscrive al1'Accademia di Belle Arti mettendosi alla scuola di Primo Conti, finche nel 1966 non si stabilisce a Roma, dove abbraccia la scultura professionalmente, pur sempre attendendo alla missione apostolica. “La mia duplice vocazione è nata”, dice Tito Amodei, “da due impulsi fondamentali: 1'intenso fervore religioso dal quale fui preso negli anni dell'adolescenza e della prima giovinezza e il desiderio di uscire dalle condizioni di emarginazione in cui ero nato e vivevo. L'insegnamento di Primo Conti fu per me quanto mai prezioso.

Sole e uccello nel cespuglio 1981 (particolare), bronzo cm.210x70x45

Era un uomo eccezionale, di grande cultura e di raffinata sensibilità, dalla conversazione affascinante. Gli debbo molto, pur se in seguito mi sono distaccato da lui per perseguire un'opera sempre piu caratterizzata dal segno, dal segno puro, prossimo all'informale”.

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